ASSOCIAZIONE
TURISTICA E CULTURALE S'ARCHITTU |
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ITINERARIO
ARCHEOLOGICO NEI DINTORNI DELLE BORGATE MARINE |
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E’
un percorso alla riscoperta del patrimonio archeologico e storico nei
dintorni delle borgate marine. E’ per certi versi un percorso
ideale,
in quanto attualmente alcune emergenze sono accessibili con
difficoltà. Il percorso è abbastanza lungo, ma può essere frazionato in più passeggiate, o avvicinarsi con l'auto ai singoli luoghi; tuttavia si ritiene utile descriverlo nel suo insieme anche per sollecitare le amministrazioni interessate a realizzare una segnaletica unitaria e migliorare l’accessibilità alle emergenze e realizzare un percorso, almeno tra le emergenze più importanti, recuperando vecchi sentieri. |
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1. Turre Pittinuri L’inizio del percorso
è a Su
Paris de sa Turre, luogo del più antico insediamento umano della
zona,
ma anche sede della Torre costiera, innalzata (1578 – 1580) sullo
sperone calcareo di S. Caterina a m. 28 sul livello del mare, con vista
sulle torri di Capo Mannu, Scab 'e Sai, Su Puttu e Capo Nieddu.
La struttura è realizzata in arenaria calcarea con inserti di lava vulcanica. La camera di vedetta, con volta a cupola, provvista di ingresso sopraelevato, e di quattro feritoie strombate verso l'interno, contiene una cisterna quadrata e un vano scala (a chiocciola) per l'accesso al terrazzo. (VEDI: IL SISTEME DELLE TORRI COSTIERE NEL LITORALE DI CUGLIERI) |
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2. Chiesa di Santa Caterina di Pittinuri Si scende dalla scalinata a
fianco dell’albergo e proseguendo per via Scirocco, si attraversa
la
statale per raggiungere la chiesa che fu la parrocchiale della villa di
Pittinuri, documentata col nome Fizaneo o Pizanco, in carte e portolani
medievali sin dall'XI secolo.
E' plausibile che la chiesa sorgesse in forme romaniche, ripetute nei successivi restauri. Nel giardinetto di fronte alla chiesa, si trovano i betili ad incavi oculari provenienti dall’insediamento nuragico di Oragiana (6 km a nord di S. Caterina), insediamento con nuraghe quadrilobato in blocchi di basalto, villaggio e tomba di giganti: i betili si trovavano nell'esedra della sepoltura. (VEDI: I BETILI PROVENIENTI DA ORAGIANA) |
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3. Domus de janas di Fanne Massa e
necropoli di periodi
successivi Si ritorna verso la statale senza attraversarla e percorrendo il marciapiede in direzione sud, si imbocca a sinistra la via Salamedu; superato il panificio, si prosegue sulla sterrata per 300 metri, lasciando sulla destra una prima deviazione (porta sulla statale 292 al bivio per Cornus-Columbaris). Proseguendo, si incontra dopo 250 m una seconda deviazione a destra che va memorizzata perché servirà al ritorno per andare verso l’area di Cornus. Ancora 350 m. in un ambiente caratterizzato da falesie sulla destra; poi si apre, sulla sinistra, una stretta valletta perpendicolare alla sterrata. Queste località furono utilizzate per le sepolture per molto tempo: inizialmente come domus de janas (periodo Bronzo Antico, cultura di Bonnannaro); successivamente, fino al periodo romano, furono scavate tombe e riutilizzate le domus come sepolture. Attualmente ci si deve accontentare di visitare l’ambiente in cui erano localizzate le domus, non facilmente raggiungibili, salvo visite organizzate da Associazioni locali. Si ritorna al secondo bivio incontrato in precedenza, e si risale la sterrata, che passa a fianco del depuratore delle borgate di S. Caterina e S’Archittu fino a raggiungere una sterrata più ampia, che proviene dalla statale 292; la si imbocca verso sinistra fino ad incontrare, dopo 700 metri, la segnalazione a destra per l’area archeologica di Cornus-Columbaris che si raggiunge con altri 500 metri. |
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4. Area archeologica di Columbaris Il complesso paleocristiano ed
altomedievale si compone di un'area cimiteriale, della ecclesia
Cathedralis (basilica maggiore), del Battistero (basilica minore) e del
palazzo episcopale. Qui era la sede della diocesi di Senafer,
documentata nel sinodo cartaginese del 484 con il vescovo Bonifatius ed
ancora nel Concilio Lateranense del 649.
Gli scavi archeologici fatti in più riprese hanno permesso una ricca documentazione su una delle più significative realtà delle fasi più antiche di sviluppo del cristianesimo in Sardegna. Molti e significativi reperti si possono vedere nei musei archeologici di Cagliari e di Sassari, in particolare nelle collezioni di vetri romani e nel costituendo museo archeologico di Cuglieri. Nota: l’area è attualmente accessibile ma il complesso degli scavi è difficilmente leggibile. Visite guidate sono previste solo per “Monumenti aperti” ed in altre rare occasioni. E' previsto e finanziato il completamento degli scavi e il restauro e messa in sicurezza per la fruizione culturale e turistica. (VEDI: CORNUS: L'INSEDIAMENTO ALTOMEDIEVALE DI COLUMBARIS) |
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5. Nurage Crastachesu Ritornando sulla strada
sterrata principale si può proseguire verso l’entroterra,
lungo la
strada di penetrazione agraria descritta anche per l’escursione a
Conca
Mele; dopo un km. si prende sulla destra la strada che porta al Nuraghe
Crastachesu. La sterrata scende in una valletta per poi risalire verso
un insediamento agricolo che si scorge sulla sinistra; andando invece
sulla destra e seguendo le tracce nei bassi cespugli della macchia
mediterranea, si attraversa il pianoro di Isperarzu Crastachesu e si
raggiunge il nuraghe (circa 1 km. dalla sterrata principale).
Risulta evidente il ruolo di sentinella di questo nuraghe che si affaccia sul ripido crinale della valle anche osservando il Nuraghe Ammeddosu che si fronteggia al di là della valletta. |
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6. Nuraghe Ameddosu Per raggiungere
quest’ultimo
agevolmente (evitando percorsi più brevi infrascati o finendo
nella
azienda agricola locale), occorre ritornare sulla solita sterrata e
proseguire per meno di 1 km. fino ad un incrocio: sulla destra, a
fianco di un rustico, si prende la sterrata che, percorrendo la testata
della valletta, porta verso Nuraghe Ameddosu con un percorso di 1,6 km.
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7. Miniera di Riu Sirisi Poco prima di giungere al
nuraghe (150 m.) è possibile imboccare sulla sinistra la strada
che
scende nella valle del Riu Sirisi e raggiungere l’edificio
abbandonato
della miniera di ferro del Monteferro.
Nei dintorni ci sono altri piccoli edifici nel bosco, mentre per le gallerie (non praticabili) è necessario inoltrarsi nella valle. Per la storia della miniera si trovano notizie sul sito del comune di Seneghe, nel cui territorio è il sito. Si ritorna quindi sulla sterrata principale che si ripercorre oltrepassando il sentiero proveniente dal depuratore fino all’incrocio con la statale 292. La si attraversa e si accedere alla sterrata a fianco della statale (serviva alla discoteca ora chiusa) che si percorre in leggera discesa in direzione di S’Archittu. Dopo 300 metri la sterrata esce sulla statale che si riattraversa per imboccare un’altra strada di campagna che porta in poco più di 400 m. ad un incrocio nei pressi di una cabina elettrica. La sterrata sulla destra porta verso la chiesa di S’Archittu; proseguendo lungo la precedente sterrata si scende invece nella valletta di Riu sa Canna. |
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8. Verso l’antica Cornus La strada che abbiamo percorso
dalla statale faceva parte con probabilità della via romana che
proveniva da Bosa dirigendosi a Cornus per poi proseguire per Tharros.
Per salire alla città di Cornus dovevano esistere più
“iscalas” che
permettevano di superare il dislivello di 80 metri dal fondo della
valle all’altipiano.
Attualmente non esiste un semplice e sempre fattibile percorso di risalita: andrebbe riaperto uno dei percorsi ora infrascati. Bisogna quindi ritornare all’ultimo incrocio e scendere fino alla struttura sulla sinistra, chiusa da una cancellata, che serve come chiesa per la piccola comunità di S’Archittu. Si scende quindi verso la statale 292 e si va verso Torre del Pozzo, prestando la dovuta attenzione in mancanza di marciapiede. Superato il Rio Sa Canna lo slargo di incrocio con una sterrata permette di fermarsi ad osservare da vicino le colline su cui sorgeva Cornus. Sul colle di Corchinas, a sinistra della valletta, vi era l'acropoli, mentre sull’altipiano di Campu 'e Corra, di fronte e sulla destra, si trovavano il foro ed altri edifìci pubblici. (VEDI: CORNUS E CORNUS CITTA' ROMANA) |
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9. Sito di Cornus, località Campu e
Corra / Corchinas La salita verso Campu ‘e
Corra,
merita anche solo per il panorama su tutta la costa. Proseguendo a
fianco della statale fino alla borgata Torre del Pozzo, si sale lungo
la prima strada sulla sinistra, via Sas Renas, che si percorre fino
alla via Tonchio (sulla sinistra) che termina in un belvedere da cui si
gode un ottimo panorama della costa verso nord. Ritornati su via Sas
Renas, la si ridiscende per soli 20 metri, salendo poi la ripida via
S’Attentu; raggiunte le ultime case si prosegue sulla sterrata:
la
vista si apre verso la pineta di Is Arenas ed il Sinis, completando la
panoramica su tutta la costa.
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Superata
una bassa rete si prosegue fino a raggiungere l’altipiano di
Campu e Corra dove sorgeva la città. Cornus fu la città
sardo-punica
che si oppose più strenuamente agli eserciti di Roma: qui si
rifugiarono i sardo-punici dopo le due battaglie del 215 a.C., fino
alla espugnazione della città fortificata. Dopo la sconfitta
divenne
una delle città romane più importanti della Sardegna.
Nella foto la
parte sommitale della collina di Corchinas vista da Campu 'e Corra |
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10. Turre Su Puttu Ridiscesi alla statale, la si
attraversa scendendo alla torre; realizzata nel 1580 sul promontorio
che chiude a sud la baia di S'Archittu, consente la vista delle torri
di Capo Mannu, Scab 'e Sai e Pittinuri. Il fortilizio, a pianta
circolare e volume troncoconico, presenta una camera sopra-elevata con
volta a cupola; l’accessibilità avveniva da un ingresso
sopraelevato
all'altezza della cornice decorativa. Nel 2002 la torre è stata
interessata da un intervento di restauro; successivamente sono
sopraggiunti ulteriori crolli.
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11. Ponte romano sul Riu Ozzanas Ci si avvia ora verso il ponte
romano seguendo la spiaggia per meno di 1 km. fino al chiosco
all’inizio di Is Arenas; si risale la sterrata fino al piazzale a
fianco della statale. Qui si erge il monumento che ricorda la battaglia
di Amsicora contro l’invasione romana nel 215 avanti Cristo.
Costeggiando la recinzione del villaggio “Le Dune”, si prende a destra la sterrata che conduce in breve al Riu Ozzanas. Il ponte ad unica arcata fu edificato lungo la via “a Tharros – Cornus” ed è transitabile pedonalmente (vedi la passeggiata lungo la costa). Per osservarne la struttura bisognerebbe calarsi nel letto del rio qualche metro a monte del ponte, oppure, attraversato il ponte, qualche decina di metri a valle: in entrambi i casi è operazione disagevole da effettuarsi con prudenza e sconsigliabile a chi non abbia dimestichezza con terreni accidentati e non indossi calzature adeguate. |
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ATC
S'ARCHITTU, VIA LUNGOMARE 39 CUGLIERI ![]() |